In Italia i tassi delle infezioni correlate all’assistenza e resistenza agli antibiotici restano elevati ma con qualche segnale di diminuzione.
I dati ottenuti nell’ambito del sistema di sorveglianza nazionale dell’antibiotico-resistenza Ar-Iss, condotto dall’Istituto superiore di sanità, che si basa su una rete di laboratori ospedalieri di microbiologia clinica, mostrano che nel 2022 le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza si mantengono elevate.
Tuttavia, per alcune combinazioni patogeno/antibiotico, in particolare Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi si continua ad osservare un andamento in diminuzione rispetto agli anni precedenti, mentre per Enterococcusfaecium resistente alla vancomicina si osserva un continuo trend in aumento. I dati della sorveglianza nazionale delle batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CRE), condotta dall’Iss, mostrano inoltre che, in Italia, nel 2022, sono stati diagnosticati e segnalati circa 3.000 casi, confermando una larga diffusione nel nostro Paese, soprattutto in pazienti ospedalizzati. Inoltre nel 2022 l’incidenza dei casi segnalati è in aumento rispetto al 2021. È quanto emerge da un convegno sull’antibiotico-resistenza che si è tenuto oggi.
“La raccolta di dati affidabili è il primo passo per la risoluzione di qualunque problema medico e questo vale a maggior ragione per fenomeni complessi come questo”, ha affermato il commissario straordinario dell’Iss Rocco Bellantone, spiegando che anche che sul tema generale di corretti stili di vita e cultura sanitaria l’Iss intende rafforzare l’educazione sanitaria nelle scuole. “Il tema della resistenza agli antibiotici va visto in un’ottica ‘One Health’ – ha aggiunto il direttore generale dell’Iss Andrea Piccioli -. Una prova viene dai risultati preliminari del progetto ‘Sea Care’, coordinato dall’Iss con la Marina Militare. I nostri ricercatori a bordo dell’Amerigo Vespucci e altre navi della Marina nel corso dei loro campionamenti hanno trovato i geni della resistenza nelle acque del Mediterraneo, dell’Oceano Atlantico, del Golfo Persico e persino dell’Oceano Artico”.