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La cistite può riguardare anche i maschi ed essere spia di altri problemi, ad esempio alla prostata

Le infezioni alla vescica, che sono di origine batterica, possono indicare problemi sottostanti (a prostata, vescica e reni). Quali sono i sintomi da non trascurare e come fare prevenzione con dieta e igiene.

Di cistite (infezione della vescica) al maschile si parla poco o nulla, ma è un problema che può riguardare anche gli uomini, nei quali l’infezione può essere spia di un altro problema sottostante: ad esempio una prostatite (infezione della prostata), un ingrossamento della ghiandola prostatica (ipertrofia benigna), un’ostruzione del tratto urinario, oppure calcoli renali.

Sintomi trascurati

Le statistiche indicano che fino al 50% delle donne italiane (ovvero 15 milioni) viene colpito almeno una volta nella vita da infezioni delle vie urinarie. In 4 casi su 5 si tratta di cistite, un’infiammazione della vescica causata quasi sempre da batteri presenti nella flora intestinale che, per diversi motivi, possono arrivare a far danno nelle vie urinarie.

«Anche circa il 13-14% degli uomini però sperimenterà nel corso della vita almeno un’infezione delle vie urinarie, cistite e nefrite (se coinvolge i reni) — spiega Nicola Macchione, urologo e andrologo presso l’Ospedale San Paolo di Milano —. Le infezioni del tratto urinario sono rare negli uomini adulti principalmente grazie alla maggiore lunghezza dell’uretra (il canale che trasporta l’urina dalla vescica verso l’esterno) maschile e alle proprietà antibatteriche del liquido prostatico che impediscono la crescita dei batteri. L’incidenza dell’infezione, però, aumenta con il passare degli anni (specie dopo i 60-65 anni) e la cura è solitamente più impegnativa sia perché gli uomini tendono a trascurare i sintomi e ad arrivare più tardi alla diagnosi, sia perché si tratta di infezioni per definizione “complicate” visto che solitamente coinvolgono anche la prostata».

Le cause (anche consumo di alcolici)

Al di là dei numeri, il problema cistite non fa differenze di sesso: sintomi, esami diagnostici, cause e terapie sono sostanzialmente le stesse. Generalmente la cistite è di origine batterica (il principale batterio responsabile è l’Escherichia coli, un microrganismo normalmente presente nell’intestino). «Se il flusso di urina rimane parzialmente bloccato per via di un calcolo nella vescica o nell’uretra, della prostata ingrossata o di un restringimento (stenosi) dell’uretra, i batteri che entrano nelle vie urinarie hanno meno possibilità di essere eliminati con l’urina — chiarisce l’esperto —. Altri fatto scatenanti possono essere l’utilizzo del catetere vescicale per lunghi periodi di tempo; la radioterapia a livello pelvico e l’assunzione di chemioterapici (in particolare ciclofosfamide e ifosfamide) in chi è un cura per un tumore. E ancora: diabete, eccessivo consumo di alcolici, scarsa, o anche eccessiva, igiene intima».

Sintomi e terapie

Febbre, sangue o pus nelle urine, così come urina torbida e maleodorante o dolore pelvico si presentano di rado, per lo più nei casi gravi. I sintomi più frequenti, in realtà, sono dolore e bruciore durante la minzione così come frequenza e urgenza minzionale, in presenza dei quali solitamente il medico prescrive un esame delle urine e l’urinocoltura con antibiogramma.

«Per le terapie bisogna valutare se prescrivere un antibiotico, indicato nel caso il disturbo sia di origine batterica — dice Macchione —. Non esiste una cura unica che vada bene per tutte le cistiti, così come non esiste un antibiotico universale che funzioni con tutti i ceppi diversi di Escherichia Coli. La cura dipende dalla causa e va seguita scrupolosamente. Sebbene gli antibiotici eliminino rapidamente i batteri dall’urina presente in vescica, infatti, la maggior parte non riesce a penetrare nella prostata in modo da risolvere l’infezione locale. Motivo per cui se s’interrompe in anticipo la terapia farmacologica i batteri sopravvissuti a livello vescico-prostatico potrebbero essere causa di una nuova infezione, oltre ad aver magari sviluppato resistenza contro la terapia eseguita male. Quando serve si può aggiungere un antidolorifico per placare il dolore e attenuare lo stato infiammatorio».

I rischi

Non meno importante è l’assunzione di molta acqua per favorire, tramite una maggiore diuresi, l’eliminazione dei batteri infettanti, insieme a un’accurata igiene intima e all’astensione dai rapporti sessuali fino a quando l’infezione non sarà passata.

Moltissime donne che combattono con la cistite per settimane o mesi e optano (con scarsi risultati) per il fai da te nelle terapie e raccontano di aver avuto episodi di cistite che si sono ripetuti nel tempo. Troppi rappresentanti del sesso maschile, invece, tendono a ignorare i campanelli d’allarme, esponendosi a rischi peggiori: «In assenza di trattamenti tempestivi e appropriati, nella cistite maschile di origine batterica, i patogeni responsabili dell’infezione possono raggiungere i reni e infettarli a loro volta, dando luogo a una pielonefrite che può danneggiare permanentemente i reni se non curata in modo adeguato» conclude Macchione.

La prevenzione

Poche e semplici buone abitudini possono aiutare a prevenire la cistite o ad alleviarne i sintomi.

Innanzitutto è bisogna seguire una scrupolosa igiene della zona genitale (soprattutto dopo i rapporti sessuali), preferibilmente con un sapone neutro che non alteri il pH della pelle.

Non si deve poi trattenere la pipì: non ritardare lo svuotamento della vescica serve a impedire che si creino infezioni legate a ristagno di urina.

Bere molto e fare pipì (specie dopo un rapporto) aiuta a eliminare microrganismi patogeni e riduce il rischio che si moltiplichino. Altro punto cruciale è la dieta: è consigliabile seguirne una che non preveda cibi speziati, insaccati, dolci e bevande che contengono caffeina o alcol. Tutto ciò che favorisce l’infiammazione e può irritare la vescica va eliminato in fase acuta a partire da alimenti e bibite «eccitanti» (contenenti teina, caffeina), piccanti e alcolici.

Infine: una nutrizione corretta, con molte fibre, facilita la regolarità dell’intestino decisiva perché la stasi di feci può facilitare infezioni da germi.

Una forma molto più invalidante

C’è una forma di cistite molto più invalidante di quella provocata da infezioni batteriche: è la cistite interstiziale, un’infiammazione cronica e dolorosa della parete vescicale, che interessa in prevalenza le donne (in rapporto di 5 a 1), ma che può colpire anche gli uomini. «La cistite interstiziale non si associa a un’infezione urinaria e la diagnosi viene di solito confermata con una cistoscopia — spiega Andrea Salonia, Ordinario di Urologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano -. Può avere gravi conseguenze sulla qualità di vita, dal lavoro ai rapporti sociali, alla sessualità. Ci sono, però, efficaci strategie di cura: quella farmacologica (che comprende glicosaminoglicani per ripristinare e rafforzare il tessuto mucoso della vescica) e quella endoscopica, con una procedura d’idrodistensione della vescica, che oltre ad avere scopo diagnostico può agire sulle terminazioni nervose responsabili dei dolori».

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