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West Nile Virus: cos’è, perché preoccupa e come proteggersi

Un nemico invisibile nelle nostre estati

Il West Nile virus (WNV), o febbre del Nilo occidentale, è un arbovirus della famiglia Flaviviridae, trasmesso principalmente attraverso la puntura di zanzare del genere Culex. I serbatoi naturali del virus sono alcuni uccelli, che favoriscono la circolazione del patogeno nel ciclo ambientale. Gli esseri umani e i cavalli sono considerati ospiti “morti” per la trasmissione, vale a dire che non contribuiscono alla diffusione del virus.

Sintomi: la maggior parte non si accorge di nulla

L’incubazione varia da 2 a 14 giorni (può estendersi fino a 21 giorni in soggetti immunodepressi). Circa l’80 % delle infezioni è asintomatica, mentre nel 20 % dei casi si sviluppa la febbre del Nilo occidentale, con sintomi influenzali come febbre, cefalea, dolori muscolari, nausea, vomito o rash cutaneo.
In meno dell’1 % dei casi — soprattutto tra anziani o persone fragili — l’infezione può evolvere in forme neuroinvasive gravi (meningite, encefalite), con un tasso di mortalità che può raggiungere il 10–17 % per queste forme.

La situazione in Italia nel 2025

Nel 2025 sono stati confermati 10 casi umani di infezione da WNV in Italia, inclusa una vittima: una donna di 82 anni residente a Nerola (provincia di Latina), morta dopo l’insorgenza di sintomi neurologici gravi.
Dei casi italiani, 7 si sono verificati nella provincia di Latina, con 6 casi neuro-invasivi e un caso febbrile. Il virus è stato isolato anche nelle zanzare in Lombardia — nel pavese, Lodigiano, Cremonese e Mantovano — evidenziando una diffusione più ampia sul territorio nazionale.
Secondo i dati ECDC dell’Europa, nel 2024 l’Italia ha registrato 455 casi umani, con 21 decessi, il numero più alto in Europa.

Sorveglianza attiva e prevenzione pubblica

Il Ministero della Salute, in collaborazione con l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), il Centro Nazionale Sangue e il Centro Nazionale Trapianti, ha attivato il Piano Nazionale Arbovirosi 2020–2025 e un sistema di sorveglianza clinica, entomologica, veterinaria e ambientale.
Sono già operativi numeri informativi (1500) e circolari per sensibilizzare medici di famiglia e cittadini sulle misure di prevenzione e segnalazione del virus.

Come proteggersi: i consigli chiave

  1. Eliminare acqua stagnante da vasi, sottovasi, contenitori, tombini e piscine non utilizzate.

  2. Usare repellenti (DEET, Icaridin o IR3535) durante le ore di attività delle zanzare (alba e tramonto).

  3. Indossare abiti protettivi: pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, soprattutto la sera.

  4. Installare zanzariere o reti protettive su porte e finestre.

  5. Collaborare con le disinfestazioni locali nei focolai confermati.

Un approccio integrato: la strategia One Health

L’Italia adotta una strategia One Health, che integra la sorveglianza su esseri umani, animali (soprattutto cavalli e uccelli) e ambiente. L’individuazione precoce del virus tra le zanzare o gli animali è fondamentale per attivare tempestivamente le misure di contrasto e salvaguardare la salute pubblica.

In sintesi

  • Il West Nile virus è trasmesso da zanzare infette, non da persona a persona.

  • La prevalenza è bassa, ma le forme gravi colpiscono soprattutto persone anziane o con problemi di salute.

  • In Italia 2025, 10 casi umani, 1 decesso. Monitoraggio attivo in Lazio e Lombardia.

  • L’unica arma efficace è la prevenzione, con comportamenti responsabili in ambiente urbano e rurale.

Fonti

  • Ministero della Salute – comunicati e piano arbovirosi 2025

  • Istituto Superiore di Sanità – bollettino sorveglianza WNV (aggiornamento 20‑21 luglio 2025)

  • ECDC – dati di diffusione europea 2024–2025

  • WHO & CDC – informazioni generali sul virus, sintomi, diffusione, prevenzione