In Europa diminuiscono i morti per tumore. Il calo è maggiore nella popolazione maschile rispetto a quella femminile: rispetto al 2018, nel 2023 si stima il 6,5% di decessi in meno fra gli uomini e il 3,7% fra le donne. Una differenza che si spiega prevalentemente con l’abitudine al fumo, che non accenna a diminuire fra le donne. I calcoli, come da 13 anni a questa parte, li ha fatti un gruppo di ricercatori internazionale, guidato da Carlo La Vecchia, docente di epidemiologia presso l’Università Statale di Milano, sulla base dei tassi di mortalità per tumore nell’UE e nei suoi cinque Paesi più popolosi (Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna), e nel Regno Unito.
Per il 2023 i tassi di mortalità nei dieci siti tumorali più comuni – stomaco, intestino, pancreas, polmone, mammella, utero, ovaio, prostata, vescica e leucemie – diminuiranno.in gran parte dei Paesi europei, anche se il numero assoluto di decessi aumenterà a causa dell’invecchiamento della popolazione: secondo le stime della ricerca, pubblicate sulla rivista scientifica Annals of Oncology, quest’anno ci si aspetta che muoiano circa 1.262.000 persone per tumore. Rispetto al picco di mortalità per cancro del 1988, i ricercatori stimano che, grazie agli andamenti favorevoli osservati e previsti tra il 1989 e il 2023, nell’UE saranno stati evitati circa 5,9 milioni di morti.
“Se l’attuale tendenza favorevole dei tassi di mortalità per tumore dovesse continuare, un’ulteriore riduzione del 35% entro il 2035 sarebbe possibile. La cessazione del consumo di tabacco ha contribuito a questi andamenti”, ha commentato La Vecchia. “Per mantenerli nel tempo sono necessari ulteriori sforzi per controllare l’epidemia di sovrappeso, obesità e diabete, limitare il consumo di alcol, migliorare l’utilizzo degli screening per diagnosi precoce e le terapie, e controllare le infezioni virali per le quali esistono vaccini e terapie”.
Allarme fumo e donne
“Il controllo del tabagismo si riflette nella diminuzione della mortalità per tumore al polmone. Ci sono ancora ampi margini di miglioramento, in particolare tra le donne, per le quali i tassi di mortalità per tumore del polmone continuano ad aumentare. Contrariamente a quanto notato per gli uomini, durante il periodo tra il 1989 e il 2023, nelle donne non risultano morti evitate per tumore al polmone nell’UE”, ha dichiarato Eva Negri, docente di Medicina del Lavoro al dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche all’Università di Bologna, responsabile dello studio e del relativo sostegno da parte della Fondazione AIRC. Nei cinque Paesi dell’UE considerati sono previsti aumenti di mortalità per il tumore polmonare nelle donne del 14% in Francia, del 5,6% in Italia e del 5% in Spagna. Esaminando nel dettaglio le fasce d’età delle donne, si prevede una diminuzione nel tasso tra i 25 e i 64 anni, mentre si riscontra un aumento nelle ultrasessantacinquenni. “Questo è dovuto al fatto che le donne attualmente con età compresa tra i 45 e i 64 anni, nate negli anni ’60 e ’70, hanno fumato meno e hanno smesso prima rispetto a quelle nate negli anni ’50, che erano ventenni negli anni ’70, quando il fumo tra le giovani donne era maggiormente diffuso”, ha affermato Matteo Malvezzi, ricercatore presso l’Università di Milano.
Il legame con l’alimentazione
I ricercatori evidenziano il ruolo del sovrappeso e dell’obesità come fattore di rischio per i tumori alla mammella in post-menopausa, endometrio (utero), stomaco e colon-retto. Proprio quest’ultimo sarà la terza causa di mortalità neoplastica per le donne sia nell’UE che nel Regno Unito con tassi di mortalità rispettivamente pari a 8 e 10 per 100.000 donne. E se è vero che i tassi di decesso sono in calo nell’Unione Europea, non altrettanto succede nel Regno Unito. “Gli aumenti registrati sia nell’incidenza che nella mortalità per il tumore al colon-retto tra le giovani donne nel Regno Unito sono un dato preoccupante. Questo può essere in parte spiegato dalla prevalenza di sovrappeso e obesità e dal consumo di alcol e tabacco”, ha affermato Eva Negri.
Nel caso del tumore allo stomaco, invece, sebbene i tassi di mortalità siano in calo, grazie a una migliore conservazione degli alimenti, diete più sane e la diminuzione delle infezioni da Helicobacter pylori, circa un terzo dei casi si verifica oggi nel cardias, che è associato al sovrappeso e all’obesità e, di conseguenza, al reflusso gastro-esofageo, noto fattore di rischio per questo tumore.
Incognita Covid
I ricercatori puntualizzano infine che le stime prodotte non tengono conto della pandemia di COVID-19, verificatasi successivamente al periodo per i quali i dati di mortalità erano disponibili. “Il COVID-19 potrebbe avere avuto un effetto sulla mortalità per cancro, per i rallentamenti causati nei servizi di salute pubblica, influenzando sia la prevenzione secondaria che il trattamento e la gestione delle patologie tumorali”, ha scritto nel paper pubblicato.