Il digiuno intermittente è efficace anche contro il fegato grasso

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24/07/2023

Non è per tutti, va fatto con criterio; ma il digiuno intermittente potrebbe essere una soluzione adeguata per chi ha la steatosi epatica non alcolica, il cosiddetto «fegato grasso»: una ricerca dell’università di Chicago ha dimostrato, sebbene su un piccolo gruppo di volontari, che un digiuno intermittente adeguatamente strutturato può avere ripercussioni positive sulla salute del fegato e generale.

Digiuno intermittente

I dati, raccolti su un’ottantina di pazienti, mostrano che un digiuno a giorni alterni (ovvero un giorno di dieta senza restrizioni, un giorno in cui non si introducono più di 500 calorie) associato all’esercizio fisico regolare comporta un miglioramento del profilo degli enzimi epatici e una riduzione del grasso accumulato sull’organo, ma anche un effetto positivo sulla sensibilità all’insulina e sul peso. Non mangiare accende la «modalità allarme» e così, una volta terminate le scorte di glucosio in circolo grazie ai pasti, l’organismo inizia a utilizzare i grassi come fonte di energia; poi, dopo dodici, sedici ore di stomaco vuoto, il metabolismo si modifica ed entra nella modalità risparmio energetico, ovvero utilizza meno energia pur mantenendosi efficiente. Il digiuno intermittente, in cui ci si astiene dal cibo per un numero più o meno lungo di ore e con una certa regolarità, può quindi aiutare il calo di peso perché fa consumare grassi, anche quelli più «nascosti» perché si trovano nel fegato.
La mancanza di cibo è uno stress per il corpo, che così attiva risposte di difesa e per esempio si libera delle cellule vecchie e poco efficienti usandole letteralmente come cibo, avviando al contempo i programmi di riparazione e stabilizzazione del DNA per «rinnovare» quelle ancora recuperabili. Quando il digiuno finisce si ha un miglioramento generale della funzionalità di cellule e tessuti: per questo l’astensione dal cibo, in maniera intermittente e controllata, sembra poter allungare la vita, ridurre il rischio di tumori, migliorare la lucidità mentale. Può inoltre essere una lezione di educazione alimentare, perché insegna a riconoscere la vera fame.

I possibili svantaggi

Naturalmente tutti gli effetti positivi del digiuno si ottengono con un regime alimentare che nei momenti di alimentazione libera non sia del tutto squilibrato, inoltre non è una dieta più risolutiva né migliore rispetto a quelle che riducono l’introito calorico di meno ma ogni giorno perché, quando si torna a mangiare, capita di recuperare almeno un po’ del peso perso nel periodo di digiuno. Inoltre spesso l’astensione dal cibo crea una falsa sensazione di «sicurezza» e porta ad abbuffarsi senza controllo appena c’è il via libera, annullandone i benefici possibili. Prolungarlo all’eccesso poi può innescare processi negativi, perché la risposta alla carenza di cibo è per sua natura una «procedura d’emergenza» e non può durare troppo a lungo, altrimenti lo stress per l’organismo diventa eccessivo e pericoloso per tutti gli organi e apparati.

Le controindicazioni

La denutrizione può essere un problema, se il digiuno viene seguito senza criterio: è perciò controindicato soprattutto per chi è più fragile in caso di deficit di micro e macronutrienti come bambini e adolescenti, donne in gravidanza e allattamento, persone con diabete di tipo 1, pazienti con disturbi alimentari. Il digiuno inoltre «accende» meccanismi primordiali di sopravvivenza e induce l’incremento di dopamina, per avere una mente più lucida e trovare meglio il cibo, ma questa sostanza può dare una sferzata di gratificazione pericolosa specialmente nei giovanissimi, dove il cervello è più sensibile alla ricompensa e meno capace di esercitare un pieno controllo per l’immaturità delle aree cerebrali deputate a esercitarlo: se c’è una predisposizione è facile scivolare in un disturbo alimentare. Il digiuno non andrebbe mai seguito senza l’aiuto di un medico, perché se per esempio si prendono farmaci può influenzarne gli effetti, né dovrebbe essere mai completo (l’acqua e i liquidi a zero calorie, senza dolcificanti artificiali, non devono mai mancare) o seguito per troppi giorni di fila; è un’opzione percorribile per chi è sano o ha condizioni che potrebbero trarre vantaggio dall’astensione controllata dal cibo, come il diabete di tipo 2, un elevato rischio cardiovascolare o una terapia antitumorale in corso, ma in questi casi lo stretto controllo del medico è ovviamente ancora più inderogabile.

Fonte: https://www.corriere.it/salute/nutrizione/23_luglio_24/digiuno-intermittente-efficace-anche-contro-fegato-grasso-7437ba0a-1a49-11ee-803d-db3b1d875840.shtml