L’artrosi dell’anca: i sintomi, le cause e le terapie

Image
21/06/2023

Se avvertite un dolore all’inguine che magari tende a irradiarsi al gluteo e lungo la coscia anteriore è possibile che facciate parte della nutrita schiera di persone che soffrono di artrosi dell’anca.

Perché si sviluppa l’artrosi dell’anca?
«In circa il 30 per cento dei casi l’artrosi dell’anca è dovuta all’usura della cartilagine che si verifica con l’invecchiamento. Nel restante 70 per cento dei casi è secondaria ad altre condizioni, come pregresse fratture alla displasia dell’anca, ma a farla da padrona è il cosiddetto conflitto femoro-acetabolare, condizione che ora si sa essere più comune di quanto pensato in precedenza — spiega Federico Della Rocca, responsabile dell’Unità di Ortopedia protesica e mininvasiva dell’anca e del ginocchio dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) —. Il conflitto femoro-acetabolare si crea quando, per una malformazione dell’acetabolo (l’incavo dell’osso del bacino, che ospita la testa del femore, ndr) o della testa del femore, che in una condizione normale non si toccano, sfregano, favorendo appunto l’artrosi».

Quali sono i campanelli d’allarme?
«Il primo è il dolore che può presentarsi nell’area inguinale, ma anche sulla coscia anteriore e in corrispondenza del gluteo. Nel caso di artrosi da conflitto femoro-acetabolare il dolore all’inizio è più lieve e avvertito soprattutto dopo l’attività sportiva, inoltre ci può essere una lieve riduzione della performance. Altri segni di artrosi iniziale sono lievi limitazioni funzionali nei movimenti di rotazione della gamba e la ridotta capacità di camminare a lungo. Quando la malattia è avanzata il dolore si fa sentire anche a riposo e di notte e subentrano rigidità articolare e limitazioni funzionali maggiori. Tipiche le difficolta a mettere calze e scarpe o entrare e uscire dall’auto tanto da avere bisogni di aiutare il movimento della gamba con le mani».

Che cosa si può fare per la prevenzione?
Alcune modifiche dello stile di vita possono contribuire a rallentare la progressione dell’artrosi. Le principali raccomandazioni sono: perdere peso se si è in sovrappeso od obesi, praticare una regolare attività fisica per mantenere una buona massa muscolare e la mobilità dell’articolazione.
Prima delle terapie mediche specifiche, per il dolore si può intervenire con il ricorso agli antinfiammatori non steroidei al bisogno, nelle forme moderate possono dare giovamento le infiltrazioni di acido ialuronico.

Come si cura?
«In presenza di un conflitto femoro-acetabolare in fase iniziale è possibile correggere le alterazioni ossee in artroscopia e così evitare la progressione del processo artrosico».
Quando l’artrosi dell’anca è tale da causare importanti limitazioni funzionali e il dolore non risulta più controllabile, la soluzione è nella protesi. «Oggi rispetto al passato l’intervento chirurgico è meno invasivo sia sull’osso sia sul muscolo: non tocchiamo nemmeno il medio gluteo, il muscolo più importante per la deambulazione. Ricorriamo alla tecnica fast track che offre molteplici vantaggi come un recupero funzionale più rapido, l’abbattimento del dolore, cicatrici più piccole», spiega Della Rocca. Poche ore dopo l’intervento, il paziente viene invitato ad alzarsi e a camminare con le stampelle. Dopo pochi giorni può tornare a casa, dove è autonomo sin dall’inizio anche se deve continuare a fare gli esercizi di rinforzo appresi in ospedale. Dopo circa quattro settimane si eliminano anche le stampelle. «Rimettere subito in piedi il paziente è importante, soprattutto nell’anziano perché si riduce il rischio di flebiti e problemi vascolari conseguenti all’allettamento».

Fonte: https://www.corriere.it/salute/muscoli-ossa-articolazioni/23_giugno_21/artrosi-anca-sintomi-protesi-66dc333c-05fd-11ee-8ac3-5e75c6f27793.shtml