Demenza e perdita di memoria: la classifica delle azioni utili. Al primo posto l’alimentazione

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27/03/2023

C’è una precisa relazione tra alcuni stili di vita e il rischio di andare incontro con l’età a un deterioramento psichico. La buona notizia è che ciascuno potrebbe fare molto per ridurre il proprio rischio di perdere la memoria o di andare incontro a una vera e propria forma di demenza senile con il passare degli anni.

 

Lo studio

Lo indica uno studio prospettico realizzato in diverse regioni della Cina e pubblicato sul British Journal of Medicine (Bmj), che ha coinvolto quasi 30 mila persone, osservate per 10 anni. Lo studio, il cui primo autore è Jianping Jia, dell’Innovation Center for Neurological Disorders and Department of Neurology dello Xuanwu Hospital di Pechino, ha mostrato che l’effetto protettivo dei corretti stili di vita si estende anche a coloro che possono avere una predisposizione genetica verso la demenza, essendo portatori dell’allele Apoe 4 nel gene che codifica l’apolipoproteina E.

 

La classifica

Sei differenti stili di vita modificabili sono emersi come importanti dalla ricerca.
- Alimentazione: il più significativo ai fini della prevenzione della demenza è risultato la corretta alimentazione, basata sostanzialmente sui principi della dieta mediterranea, a base di frutta, verdura, cereali, legumi, pesce, olio di oliva, frutta secca, ridotta quantità di sale.
- Palestra per la mente: subito dopo viene il mantenimento della attività cognitive garantito da attività come scrivere, leggere, giocare a carte.
- Esercizio fisico: regolare attività fisica è arrivata al terzo posto.
- Contatti sociali: importante mantenere un buon livello di attività sociali.
- Evitare il fumo: il fumo di sigaretta è tra le cause certe di 25 diverse malattie.
- Evitare l’alcol: maggiore è il consumo, maggiore il rischio neurologico.

 

La valenza della ricerca

Sono tutte misure ormai ben conosciute, ma che in questo studio trovano un’importante conferma, dato il suo carattere prospettico e il coinvolgimento di un numero elevatissimo di persone, che sono state osservate e testate ripetutamente negli anni utilizzando test validati, come l’Auditory Verbal Learning Test (Avlt) e il Mini Mental State. «Questa ampia indagine è la prima, per quanto ne possiamo sapere, che valuta gli effetti di differenti profili di stili di vita, dello stato Apoe4 e delle loro interazioni sull’andamento della memoria per un periodo di follow-up di 10 anni» sottolineano gli autori della ricerca. «I nostri risultati mostrano che uno stile di vita salutare è associato a un declino più lento della memoria in individui cognitivamente normali, compresi coloro che ne sarebbero geneticamente suscettibili». L’importanza risiede anche nel fatto che lo stile di vita protettivo si può adottare con scelte a livello personale, che salvaguardano non solo la salute del cervello ma anche quella cardiovascolare, dato che i fattori di rischio per questi due ambiti sono largamente sovrapponibili.

Fonte: https://www.corriere.it/salute/neuroscienze/23_marzo_27/demenza-perdita-memoria-classifica-azioni-utili-primo-posto-l-alimentazione-90d8f54e-c95d-11ed-9401-3e478e5d4ed3.shtml?refresh_ce